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“Paolo n’avi assai”
Abbiamo ospitato Paolo appena un mese fa, nel corso di un incontro dibattito sulla violenza mafiosa esercitata sui giornalisti che raccontano le mafie. Oggi apprendiamo dell’ennesimo vile atto intimidatorio. Siamo uniti ed a fianco di Paolo Borrometi!
UN MORTO OGNI TANTO
La lotta alle mafie passa necessariamente da un giornalismo libero ed autonomo che possa raccontare e denunciare intrecci, parentele, affari, pressioni e connivenze. Giovedì 13 u.s. – presso la rinata libreria #Prampolini, si è svolto il secondo ed ultimo dei due incontri organizzati dall’Associazione Asaec Antiestorsione di Catania sul giornalismo in terre di mafia. Grazie a #PaoloBorrometi per essere intervenuto ed aver testimoniato il suo impegno, il suo coraggio e la sua battaglia attraverso la forza delle parole.
IO NON STO IN SILENZIO: NO A CUFFARO NELLA SALA MATTARELLA!
L’associazione Antiestorsione di Catania manifesterà la propria contrarietà all’invito rivolto all’ex Governatore Cuffaro, che ha scontato una pena per concorso esterno in associazione mafiosa, di partecipazione al dibattito sulla condizione dei detenuti che si svolgerà giorno 13 settembre presso la sala “Piersanti Mattarella” dell’Assemblea Regionale Siciliana.
Ragioni di opportunità politica, sociale ed istituzionale avrebbero imposto di individuare altro posto, ma non una sala all’interno dell’Assemblea Regionale Siciliana intitolata ad un martire nella lotta alla mafia.
Lo dobbiamo non solo per tutti coloro che sono morti combattendo la mafia ma anche nei confronti di coloro – imprenditori, commercianti ed artigiani – che giornalmente, combattano contro la criminalità organizzata, denunciando e senza compromessi, mantengono integra la propria dignità.
Riportiamo di seguito il testo di Paolo Borrometi di invito a NON STARE IN SILENZIO!
“Non ho paura delle parole dei violenti, ma del silenzio degli onesti’. Ed io non rimarrò in silenzio. Io non mi rassegno. Io non perdo il mio diritto ad indignarmi davanti a chi, con una provocazione, insulta la memoria delle vittime di mafia.
Totò Cuffaro, già presidente della Regione, dopo la sua condanna definitiva per favoreggiamento alla mafia, ritorna il 13 settembre nel Palazzo dell’Assemblea Regionale Siciliana per una conferenza, proprio nella sala “Piersanti Mattarella”, ovvero il presidente della Regione ucciso dalla mafia.
Se non ci fosse da piangere, sembrerebbe un beffardo scherzo. Ed anche io, prima di scrivere, ho letto, riletto, fatto telefonate, cercato informazioni. Mi continuavo a ripetere: “Non è possibile, è uno scherzo di cattivo gusto”.
Ed invece, purtroppo, è tutto vero.
Non mi sogno lontanamente di togliere il diritto di parola a nessuno, ci mancherebbe. Ognuno ha diritto ad esprimere la propria opinione anche i condannati per fatti di mafia, come Cuffaro. Ma c’è modo e modo e, soprattutto, luogo e luogo.
Totò Cuffaro non si è mai detto pentito rispetto alle gravi accuse (ripeto, favoreggiamento alla mafia) per le quali è stato condannato.
Ed oggi, vederlo “pontificare” nella sala dedicata alla memoria di Piersanti Mattarella, mi fa comprendere che la nostra amata Sicilia è davvero anni indietro.
Non tutto può essere possibile in questa splendida Terra. Non possiamo perdere la capacità di indignarci. No, non la possiamo e non la dobbiamo perdere.
Io non ci credo che si possa umiliare così la memoria dei servitori dello Stato, la memoria di chi quella vita l’ha persa per lottare la mafia, esattamente la stessa che Cuffaro ha favorito.
Non può essere tutto vano. Non è tutto vano.
Forse aveva ragione Sciascia: “la Sicilia è una Terra irredimibile”. Una Terra meravigliosa, ma ancora oggi in balia dell’assurdo. E non solo per la mafia, ma per quell’atteggiamento ammiccante verso il potere passato e presente.
Forse la mia indignazione non servirà a nulla. Ma almeno che sia chiaro, io non ci sto, non rimango in silenzio, altrimenti sarà anche colpa mia, colpa nostra: in quella sala, nella sala dedicata a Mattarella, un condannato per mafia non può tenere una conferenza. Questo assolutamente no.
Voi rimanete in silenzio? Ancora una volta? Il silenzio ci rende complici.
Io lo voglio urlare perché questo scempio non avverrà con il mio silenzio: No a Cuffaro nella Sala Mattarella.”
COMUNICATO
Il 15 febbraio u.s. siamo intervenuti al convegno dal titolo “Il riscatto delle coscienze” organizzato dall’Asaes Antiestorsione Scordia presso l’aula consiliare del comune di Scordia, che sarebbe dovuto servire a sensibilizzare, scuotere la coscienza collettiva rispetto ad una situazione di sottomissione e di compressione che, da tempo, chiede riscatto.
Ma rispetto a cosa?
Rispetto a quel compromesso morale di cui parlava Paolo Borsellino nell’ultima lettera indirizzata al fraterno amico Giovanni Falcone il 20 Giugno 1992, che rappresenta l’anticamera dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità, rispetto ad una mentalità mafiosa che pervade la nostra cultura.
Le dichiarazioni del sindaco di Scordia Franco Barchitta nell’ultimo Consiglio Comunale lasciano esterrefatti, non tanto e non solo per le modalità attraverso le quali si è voluto stigmatizzare il personale concetto di legalità e di antimafia – parole spesso abusate e prive di alcun contenuto – ma soprattutto rispetto all’attacco verbale diretto contro il giornalista Paolo Borrometi il quale, in occasione del convegno ha preso una posizione chiara e precisa proprio contro un sistema clientelare – sempre più diffuso – di accordi che non vengono più conclusi con l’intimidazione bensì attraverso un patto mediante il quale ciascuno dei partecipanti trae una propria convenienza.
Come associazione Asaec Antiestorsione Di Catania abbiamo più volte ribadito la nostra idea: è necessario prendere una posizione netta, decisa, semplice, il più delle volte, coraggiosa, ma che serve ad abbattere quel muro del compromesso morale che alimenta il clima di oppressione che caratterizza il sistema di corruzione mafiosa.
Noi stiamo con #paoloborrometi e con tutti coloro che decidono di non voltare lo sguardo e di denunciare.