Nota dell’Asaec a seguito del rinvio a giudizio di Andrea Vecchio
«LA LOTTA AL RACKET DEV’ESSERE UN’AUTENTICA SCELTA IMPRENDITORIALE»
CATANIA – Alla luce del rinvio a giudizio per simulazione di reato dell’imprenditore catanese Andrea Vecchio, i soci dell’Asaec – Associazione antiestorsione “Libero Grassi” di Catania – ci tengono a precisare che «appresa l’inquietante notizia, auspichiamo che in breve tempo sia fatta piena luce sui fatti accaduti. L’Asaec non intende affatto escludere dalla lotta al racket tutti gli imprenditori che nel passato hanno pagato il pizzo, purché questa diventi un’autentica scelta imprenditoriale: cogliamo l’occasione per invitare le Forze dell’Ordine ad intensificare le indagini al fine di evitare che alcuni imprenditori o esercenti commerciali, utilizzando la lotta antiracket, vogliano rifarsi una credibilità».
«Un tale comportamento – sottolineano i soci dell’Asaec – se confermato in sede processuale, sarebbe doppiamente esecrabile perché, non soltanto disonorerebbe l’operato di migliaia di cittadini onesti e silenziosi che da decenni si spendono nel tentativo di ripristinare la legalità in Sicilia, ma disorienterebbe tutti coloro che stanno pensando di passare dalla parte dello Stato che, con le sue regole, è l’unico in grado di garantire la libertà di ogni singola persona». L’Asaec, inoltre, esprime apprezzamento nei confronti del Presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo che ha deciso di azzerare i finanziamenti alle associazioni «dato che – continuano i soci – potrebbero attrarre l’attenzione di soggetti indesiderati, tuttavia conferma l’assoluta necessità, da parte della Regione, di ricostituire il fondo per l’assistenza legale alle vittime di estorsione ed usura, ritenendo che il processo costituisca un momento cruciale per la lotta al racket».
«Una società senza valori produce lunghe serie di distorsioni – concludono i soci Asaec – che si diffondono a catena su tutte le sue componenti, anche su quelle fasce che dovrebbero costituire il lato migliore della popolazione. L’Asaec invita la cittadinanza ad affiancare l’instancabile operato delle Forze dell’Ordine e della Magistratura ed infine si augura che le Associazioni di categoria, compresa Confindustria Sicilia, colgano l’occasione per avviare una seria verifica tra i propri ranghi».
Catania, 26 ottobre 2009