Lettera al Sig. Prefetto di Catania S.E. Dott. Maria Guia Federico

Al sig. Prefetto di Catania
S.E. Dott. Maria Guia Federico,

La normativa anti racket ed usura, emanata nel 1999, mostra di essere ormai inadeguata a contrastare gli attuali metodi di penetrazione criminale nell’economia sana.

Gli imprenditori inseguono alleanze con la criminalità organizzata sperando di ottenere vantaggi personali di ogni tipo, non ultimo l’accesso al credito che troppe banche si rifiutano di concedere. Il prestito ad usura è pressoché considerato l’unica possibile forma di finanziamento dell’impresa.

Le organizzazioni mafiose non hanno alcun motivo di uccidere perché esse stesse sono diventate imprenditrici e, cosa ben più grave, accumulano consenso.

lo Stato rischia di disperde quel Capitale di Credibilità tanto faticosamente accumulato dopo le stragi di mafia. Oggi le sue armi appaiono spuntate.

Intanto nugoli di professionisti, banchieri, burocrati, politici, rappresentanti delle istituzioni corrotti proliferano offrendo all’impresa servizi e beni che lo Stato non è più in grado di garantire. In questo contesto gli imprenditori onesti non possono che fallire.

Del resto soltanto con la promozione della cultura della legalità e delle regole è realmente possibile riaffermare i principi sanciti dalla Costituzione.

Nei primi anni ’90 lo Stato, attraverso l’esperienza di alcuni giudici, di alcuni esponenti delle Istituzioni e della società civile con la nascita delle Associazioni anti estorsione,  sembrava voler davvero squarciare il velo di certe oscure relazioni.

L’idea straordinaria di mettersi fianco a fianco per costituire un fronte comune contro le richieste estorsive aveva precorso i tempi. Il coordinamento tra i cittadini e le istituzioni, per contrastare l’ingerenza criminale nell’impresa, ha dimostrato con i fatti che è possibile ostacolare gli interessi occulti.

Oggi purtroppo quel sistema virtuoso sembra essersi inceppato.

A tal proposito chiediamo alla S.V. di essere convocati, unitamente al Procuratore della Repubblica e alle Forze dell’Ordine, con l’obbiettivo di individuare possibili strategie operative, nel tentativo di aggredire il danno sociale prima che sia troppo tardi.

Ci piace sottolineare che spetta alle Associazioni anti estorsione, animate da volontari, informare l’opinione pubblica, promuovere la cultura della legalità ed assistere le vittime. Le Istituzioni tra i loro specifici compiti hanno anche quello di tutelare l’economia legale.

Nell’attesa di un cortese e sollecito riscontro, porgiamo distinti saluti

ASAEC

ASAES

ASIA

ASS. SISTEMA CONFCOMMERCIO

Catania 24. 02. 2014