COMUNICATO
Massoneria, falsa antimafia, distrazione di fondi pubblici destinati a poveri e disabili ed un “buco” da 10 milioni di euro, c’è tutto questo nell’operazione “Giano bifronte”, condotta dalla Direzione Investigativa Etnea diretta dal dott. Renato Panvino, coordinata dalla Procura di Catania e culminata con l’arresto per associazione a delinquere di Corrado Labisi, patron del “Premio Livatino”.
“Siamo molto soddisfatti – afferma il presidente Nicola Grassi – per tutto quello che sta accadendo e che non ci siamo mai stancati di denunciare già da diversi anni: a fronte di associazioni che offrono gratuitamente e volontariamente il loro supporto a quanti decidono di denunciare si contrappone una galassia di associazioni dell’apparire, dei premi, del commercio di professionisti, del comprare e del vendere.
Sosteniamo ed incoraggiamo questo tipo di operazioni investigative tendenti a smantellare una rete capillare di “professionisti dell’antimafia” che dietro il paravento della millantata legalità organizzano e pianificano strutture delinquenziali.
Un appello rivolgiamo a tutti coloro – nessuno escluso, pubblici e privati – che si trovino ad essere destinatari di premi, coppe e onorificenze varie: verificate attentamente ed approfondite da chi provengono questi riconoscimenti. Spesso dietro queste spillette si celano i più insospettabili.
Come associazione Asaec Antiestorsione di Catania abbiamo più volte ribadito la nostra idea:è necessario prendere una posizione netta, decisa, semplice, il più delle volte coraggiosa, ma che serve ad abbattere quel muro del compromesso morale che ha alimentato per anni l’industria della mafia dell’antimafia”.
AS.A.E.C. ASSOCIAZIONE ANTIESTORSIONE DI CATANIA