COMUNICATO
Gentile Onorevole Alfio Papale, chi le scrive è l’associazione antiestorsione di Catania, nata 26 anni, fa all’indomani dell’uccisione del imprenditore Libero Grassi brutalmente assassinato dalla mafia nel 1991.
Siamo un gruppo di imprenditori, commercianti ed artigiani e liberi professionisti che hanno deciso di ribellarsi al condizionamento mafioso perpetrato attraverso la morsa dell’estorsione e dell’usura.
Siamo cittadini che silenziosamente, volontariamente e gratuitamente prestano la loro vicinanza a tutti coloro che decidono di intraprendere il medesimo percorso di liberazione dall’oppressione mafiosa, attraverso l’accompagnamento ai processi e l’organizzazione di tante attività finalizzate alla sensibilizzazione verso il fenomeno mafioso.
Siamo persone che con il loro lavoro cercano di ridare dignità ad una terra troppo spesso denigrata e condannata all’immobilismo.
Siamo Uomini e Donne che sviluppano finalmente economia sana perché non alimentano sistemi consociativi mafiosi.
Siamo imprenditori, commercianti ed artigiani i quali, prima di trovare il coraggio e la forza di spezzare le catene della prepotente oppressione mafiosa, sono stati condizionati nelle loro scelte imprenditoriali e commerciali, proprio da quella “mafia” che Lei dichiara essere una “scusa” per il volano della nostra amata terra.
Caro onorevole Alfio Papale la mafia NON è una scusa.
La mafia esiste e si evolve continuamente intervenendo nelle dinamiche economiche locali e nazionali.
La mafia veicola ricchezza pro domo sua, attraverso metodologie volte a prediligere affari che spesso vengono realizzati attraverso meccanismi collusivi e corruttivi .
Meccanismi di corruzione che non si realizzano più attraverso l’intimidazione ma, piuttosto, attraverso accordi basati sulla reciproca convenienza politica-mafiosa.
Una conferma, in questo senso, viene dalle risultanze investigative che evidenziano indebita percezione di indennità disoccupazione agricola, ingerenze mafiose nel comparto agricolo attraverso reiterate vessazioni nei confronti di proprietari terrieri e conduttori di fondo finalizzate allo spostamento di patrimoni immobiliari e rurali per assicurarsi anche le sovvenzioni pubbliche connesse al mantenimento delle culture e pesanti infiltrazioni nel condizionamento dell’affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti.
Tra i settori ad alto rischio di corruzione mafiosa le segnaliamo, tra gli altri, quello dei trasporti marittimi destinatario di ingenti finanziamenti pubblici anche comunitari; ed infine, l’attività estorsiva perpetrata ai danni di gli imprenditori commercianti artigiani e liberi professionisti, non mostra alcuna flessione garantendo una forte liquidità finanziaria ed un deciso controllo del territorio.
No, gentile onorevole Alfio Papale, deputato e segretario dell’Assemblea Regionale Siciliana, la mafia non è una scusa; la mafia e la sua predisposizione ad alimentare compromessi morali, indifferenza, contiguità e complicità, non è una scusa, ma è il primo problema da combattere in questa terra di Sicilia.
Dott. Nicola Grassi Presidente AS.A.E.C.
Associazione Antiestorsione di Catania
http://catania.livesicilia.it/2018/03/06/papale-la-parola-mafia-inventata-in-alta-italia_451761/