Comune di Riposto, Regolamento di sostegno alle imprese estorte
ANTIRACKET, INCENTIVI PER LE VITTIME
ASAEC: «GLI ALTRI COMUNI SEGUANO IL BUON ESEMPIO»
CATANIA – La legalità segna un punto a suo favore nella lotta al racket, grazie ad atti concreti provenienti dalle amministrazioni locali della provincia etnea: è di questi giorni infatti la notizia che il comune di Riposto ha adottato all’unanimità un Regolamento per il sostegno alle imprese che hanno sporto denuncia nei confronti di atti di estorsione e usura.
«Un atto concreto da cui deriva un beneficio reale per il singolo e una sollecitazione per l’intera comunità – commentano in una nota i soci dell’Asaec, Associazione antiestorsione Libero Grassi di Catania – che non solo riduce le distanze tra istituzioni e cittadini, ma che sollecita e rassicura quanti oggi, caduti nella rete dell’estorsione, non trovano il coraggio per denunciare e non hanno i mezzi per far fronte alle conseguenze di un tale atto di trasparente legalità». Risale inoltre a stamattina – 21 novembre – la notizia che anche il comune di Giarre ha già redatto una bozza di Regolamento che preveda anche vantaggi fiscali per chi collabora con le Forze dell’Ordine, come reso noto dal presidente del Consiglio comunale giarrese Raffaele Musumeci.
Secondo quanto approvato nell’atto pubblico, reso subito esecutivo, la vittima di estorsione e usura potrà rivolgersi direttamente all’Ente comunale, attraverso uno sportello: presentando la querela o la denuncia sporta a seguito del reato, dopo la delibera di Giunta, i soggetti estorti potranno godere della sospensione immediata di tutti i tributi locali iscritti al ruolo e dovuti, come ad esempio l’imposta Ici, la tassa Tarsu per i rifiuti, il canone per l’occupazione del suolo pubblico (Tosap) e l’imposta Icp sulla pubblicità.
«Visti gli ultimi dati poco confortanti sulla rete del pizzo che opprime Catania e sulla carenza di denunce – continuano i soci – un tale gesto non può passare inosservato all’attenzione degli altri Comuni dell’hinterland catanese, perché solo portando avanti modelli di buone prassi, solo mantenendo i riflettori puntati sul fenomeno e solo attraverso strumenti concreti di contrasto, sarà possibile tendere un mano verso le tante, troppe, vittime estorte che, se incentivate, usciranno allo scoperto e aiuteranno il sistema repressivo giudiziario».
21 novembre 2009