“Non sono pazzo. Non mi piace pagare il pizzo e non pago perché non voglio dividere le mie scelte con quelle dei mafiosi. Perché è una rinunzia alla mia dignità di imprenditore”. Libero Grassi non era pazzo e non lo siamo nemmeno noi: siamo davvero convinti che insieme possiamo farcela.
“Volevo avvertire il nostro ignoto estortore di risparmiare le telefonate dal tono minaccioso e le spese per l’acquisto di micce, bombe e proiettili: non siamo disponibili a dare contributi”. Quando Libero Grassi fece la sua denuncia pubblica era il 1991. Ancora oggi troppi imprenditori si sentono lasciati soli. Insieme possiamo farcela.
“Lei deve sentire il mio peso velatamente. Non verrò mai a minacciarla, verrò sempre sorridente e lei sa che dietro quel sorriso c’è una minaccia che incombe sulla sua testa”. A fornire questa sintesi del concetto di pizzo è stato il pentito più famoso, Tommaso Buscetta.
Nella storia della mafia, il racket è l’attività criminale più antica ed è anche quella che è rimasta più immutata nel tempo. Anche perché, ancora troppo spesso, le vittime tendono a subire anziché denunciare. Insieme, però, possiamo riuscire a invertire la tendenza.
Alla solitudine dell’omertà contrapponiamo l’affiancamento nella denuncia. Insieme possiamo farcela.
Denunciare conviene. Sì, anche economicamente.
Dopo avere denunciato gli estortori, non ci si può certo fare bloccare dalle procedure burocratiche.