Archivio: Riflessioni
VERGOGNA!
Approfittarsi delle persone in difficoltà è la più grande ignominia.
https://bit.ly/3lCAb7E
Auspichiamo presto venga fatta chiarezza su queste azioni disonorevoli che hanno gettato discredito su un’associazionismo antiracket che è necessario, e non più rinviabile, riformare.
Come Associazione Antiestorsione di Catania abbiamo più volte espresso proposte di modifica che rimodulino e limitino il raggio d’intervento ed i contributi statali concessi.
Alcune di queste proposte furono accolte a livello regionale e fummo accusati, anche da colui che è oggi è sotto processo, di “non fare antimafia” o addirittura “voler favorire la mafia”.
Oggi dopo questa ennesima richiesta avanzata dalla procura della Corte dei Conti, torniamo a chiedere un sempre maggiore controllo delle associazioni iscritte all’Albo della Prefettura affinché mantengano quei requisiti prescritti dalla legge per il loro mantenimento nonché una riforma dell’intero settore.
LOTTA ALL’ ESTORSIONE, DA DOVE RIPARTIRE? RIFLESSIONE IN MEMORIA DI LIBERO GRASSI
29 anni sono passati dall’uccisione per mano mafiosa dell’imprenditore Libero Grassi.
Un’esecuzione che ha smascherato il molteplice silenzio ed isolamento nel quale si trovò.
Da allora sono stati fatti molti passi avanti nella lotta al pizzo (prima forma di controllo del territorio esercitato dai clan mafiosi) ed all’usura.
Diverse le associazioni antiracket che sono sorte per volontà di imprenditori che avevano combattuto i loro aguzzini e che desideravano prestare il loro aiuto a chi a sua volta denunciava. Noi, come As.a.e.c. Associazione antiestorsione di Catania “Libero Grassi” siamo nati pochi mesi dopo, nel novembre del 1991, proprio con questo spirito.
Innumerevoli, poi, le leggi nazionali a favore dei denunciati (la l. 108/96 contro l’usura e la l.44/99 contro il racket, la l.512/99 e la l. 3/12 di riordino e così via, seguite poi da quelle regionali (per la Sicilia la l.r. 20/99), per non parlare degli svariati regolamenti comunali che prevedono esenzioni tributarie per i commercianti che denunciano.
Insomma, strumenti diversi, talvolta poco conosciuti ma con un unico obiettivo: sostenere le vittime ed incentivare alla denuncia.
Armi potenti che hanno permesso alle vittime di trovare ristoro ed un valido sostegno processuale.
Purtroppo ad oggi, il fenomeno, tutt’altro dall’essere sconfitto – complice una cultura della rassegnazione, del “quieto vivere”, dell’omertà e sfiducia verso lo Stato – si presenta sotto molteplici forme che è necessario saper cogliere.
E allora da dove ripartire?
Innanzitutto, sebbene questi strumenti legislativi rappresentino un caposaldo nel complesso contrasto al fenomeno del racket, dell’usura, necessitano di modifiche che mirino ad aggiornare la disciplina così da adattarla ai molteplici cambiamenti che il fenomeno va assumendo.
Sarebbe, inoltre, auspicabile una maggiore sinergia fra tutti gli attori del contrasto a racket ed usura: forze dell’ordine, magistratura, prefetture, amministrazioni comunali ed associazioni antiracket, di settore e sindacali magari attraverso l’attivazione dell’Osservatorio sulla legalità, mai attivato.
Indispensabile, se non addirittura preliminare alla strategia di contrasto da adottare, indagare sul perché si continui a cadere vittima di aguzzini senza scrupoli o addirittura diventarne complici. Scarsa conoscenza degli strumenti di contrasto? Sfiducia verso una pronta e decisa reazione degli organi giudiziari? Inefficacia della funzione sociale dell’antimafia che certamente andrebbe rivista ripartendo “dal basso”? Probabilmente una sommatoria di fattori hanno contribuito ad una minore attenzione verso un fenomeno persistente nel nostro tessuto economico.
E’ necessario fare di più e meglio.
LADRI DI MOTORINI E “CAVALLO DI RITORNO”
Qualche settimana fa, chiamati per prestare consiglio ed aiuto per un caso di furto di motorino ed un probabile conseguente caso di “cavallo di ritorno”, facemmo di tutto per evitarlo.
Coordinandoci con i Carabinieri, che hanno immediatamente fornito e messo a disposizione ogni indicazione e professionalità per sventare l’eventuale richiesta estorsiva, abbiamo vissuto ore di tensione e preoccupazione.
Il cosiddetto “cavallo di ritorno” è pratica diffusa – illegale e deprecabile – attraverso la quale, dietro pagamento di una somma (che varia a seconda del mezzo rubato), è possibile riavere indietro il proprio veicolo.
Sempre più spesso, purtroppo, non si attende che “qualcuno” si faccia avanti ma si anticipa la mossa chiedendo al referente del luogo “se conosce quel qualcuno”.
Ricordiamoci due cose molto semplici:
1) pagando per il riscatto del veicolo non soltanto si agevola questa abominevole piaga ma ci si rende complici e conniventi e si finanziano attività illecite della microcriminalità;
2) se prontamente denunciate (all’atto della richiesta di riscatto) le forze dell’ordine sono in grado di procedere nell’arco di pochissime ore all’arresto ed al recupero del veicolo.
Quindi, DENUNCIATE e non siate complici!
Non chiamateci eroi
Nonostante la serietà dell’argomento trattato, è stata una piacevole chiacchierata.
Grazie a @Dimitri Tosi (alias Mago Dimis) per la sensibilità che ha avuto nel far emergere le “cose belle” di ciò che facciamo.
https://www.facebook.com/magodimis/videos/266749741072036?locale=it_IT
Un bellissimo pomeriggio di solidarietà!
Un bellissimo pomeriggio di solidarietà!
Commercianti che hanno denunciato il racket e l’usura in strada per incontrare, bottega dopo bottega, i loro colleghi, piccoli commercianti ed artigiani di Giarre.
Abbiamo battuto circa 100 negozi, donato oltre 100 calendari e foglietti illustrativi e ci scusiamo se il poco tempo a disposizione non ha permesso di percorrere altre strade, ma torneremo in strada ed in altri centri della provincia.
Un sentito ringraziamento al Capitano Luca Leccese Comandante della Compagnia di Carabinieri di Giarre al Comandante di Stazione Alessandro Calabretta ed al Sindaco di Giarre Angelo D’Anna per la sensibilità dimostrata.
RIFLESSIONE
Quello che emerge dall’operazione Black Lotus è un meccanismo perverso e preoccupante: chi è sotto estorsione chiede al proprio aguzzino di recuperare un credito presso terzi!
Perverso perché si ritiene, sbagliando, che cedendo al proprio estortore un credito vantato verso terzi, lo si allontanerà dall’intenzione di continuare a chiedergli il pizzo.
Non è così! Tornerà più forte di prima.
Preoccupante perché questa pratica scellerata manifesta la poca fiducia che si ripone nella giustizia.
Percorrere le vie legali e di giustizia deve sempre essere la strada maestra e se questa, per qualche motivo, presenta ostacoli è necessario adoperarsi per migliorarla. Nulla può giustificare il ricorso a pratiche illegali.
RIFLESSIONE
L’ultima puntata di “Ulisse – il piacere della scoperta” condotta da Alberto Angela ci ha raccontato una Sicilia gloriosa, ricca di fascino e bellezza.
Purtroppo, dietro tanto meraviglia, la nostra terra è attanagliata da enormi problemi che le impediscono un sviluppo sereno.
Difficile indicare quale sia la ricetta migliore ma siamo certi che si potrebbe incominciare innanzitutto da noi stessi, dal nostro agire quotidiano, facendo semplicemente il nostro dovere, amando la nostra terra.
RIFLESSIONE
Un’indagine partita da una rapina porta al ritrovamento di un’opera d’arte dal valore inestimabile! 17 sono le persone arrestate per furto, ricettazione, estorsione e rapina.
Complimenti alle indagini portate avanti dai Carabinieri del comando provinciale di Catania coordinati dalla DDA etnea.
RIFLESSIONE
È un tempo delicato per la lotta alla mafia ed è necessaria la presenza di tutti i siciliani laboriosi, onesti e coraggiosi che si uniscono con le parole d’ordine : creare legalità, prosperità e benessere, liberando le terre di Sicilia dalla mafia e dall’abbandono.
Giorni fa, ignoti hanno distrutto le condutture d’acqua ed aperto i recinti provocando ingenti danni causati dalla dispersione degli asinelli e dei cavalli; poi, con la reintroduzione abusiva delle mandrie dei bovini, hanno voluto lanciare un preciso segnale intimidatorio e di sfida.