Archivio: Notizie
AUDIZIONE DI ATTILIO BOLZONI ALLA COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA.
COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SUL FENOMENO DELLE MAFIE E SULLE ALTRE ASSOCIAZIONI CRIMINALI.
SEDUTA N. 133 DI MARTEDÌ 2 FEBBRAIO 2016
RESOCONTO STENOGRAFICO AUDIZIONE DEL DOTTOR ATTILIO BOLZONI.
La seduta inizia alle 20.05.
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’audizione del dottor Attilio Bolzoni, giornalista del quotidiano La Repubblica. L’audizione rientra nel filone d’inchiesta che la Commissione ha inteso aprire sul movimento civile dell’antimafia per approfondirne i tratti caratteristici, per individuarne i limiti e le contraddizioni evidenziati anche dai recenti fatti di cronaca, ma soprattutto per rilanciarne il significato e l’attività.
In tale ottica si colloca l’audizione odierna del dottor Bolzoni, che tra i primi – forse per primo – si è occupato con le sue inchieste giornalistiche del tema che affrontiamo oggi, soprattutto per quanto riguarda il caso Sicilia.
Ricordo che la seduta si svolge nelle forme dell’audizione libera e che, ove necessario, i lavori potranno proseguire in forma segreta.
Do la parola al dottor Bolzoni, ringraziandolo per la sua presenza. Farà un’introduzione, cui poi seguiranno, come al solito, le nostre domande. Prego.
ATTILIO BOLZONI. Buonasera. Grazie. Innanzitutto vorrei fare una brevissima premessa per inquadrare la questione dell’antimafia dei nostri giorni.
Audizione del dott. Attilio Bolzoni
Registrazione dell’audizione di Attilio Bolzoni alla Commissione Parlamentare Nazionale Antimafia sulla mafia dell’antimafia e sulla vicenda Montante
https://www.radioradicale.it/scheda/465520?i=3513952
Mafia: Fava, Montante lasci incarichi. Anche da Confindustria, Squinzi intervenga.
“La sospensione di Antonello Montante da tutti i suoi incarichi istituzionali, a partire da quelli che ha conservato in Confindustria nazionale, è oggi un atto di decenza dovuto. L’indagine nei suoi confronti per concorso in associazione mafiosa, adesso formalizzata, è partita un anno fa senza che i vertici della sua associazione abbiano mai sentito l’urgenza di una parola preoccupata o dubbiosa. Ci auguriamo che il presidente Squinzi rilevi subito l’inopportunità’ di conservare l’incarico di responsabile per la legalità a un indagato per mafia”.
Lo dice il vicepresidente della commissione antimafia Claudio Fava.
( ANSA - 23 Gennaio 2016 )
Aperture festive: avidità o autodifesa?
Sulla pagina di ”Lo dico alla Sicilia” del 24 Dicembre scorso una persona ha scritto senza firmarsi una lettera stupida. Riteniamo tuttavia che una riflessione ed una risposta debbano essere date perché l’idea dei “mercanti ladroni cacciati dal tempio” è uno stereotipo che ogni tanto riaffiora malgrado le schiaccianti evidenze.
L’avidità dei commercianti che aprono anche per Santo Stefano è un ennesimo schiaffo nei confronti di quella ormai sparuta categoria di commercianti i quali ancora resistito con dignità e tenacia nello strenuo tentativo di salvare la loro attività economica.
L’impresa familiare dal dopoguerra costituisce la spina dorsale del sistema economico italiano perché è fondata sul rapporto di stima e fiducia reciproco tra commerciante ed acquirente.
Il commerciante ha il compito di interpretare ed esaudire le richieste dei suoi clienti che rispetta e serve con attenzione certosina, consapevole che la sua vera ricchezza sia costituita dal suo parco clienti.
Per garantirsi la fiducia della clientela è inoltre attento a mantenere il giusto equilibrio tra qualità e prezzo.
Il commerciante è un moltiplicatore di ricchezza reale poiché spende i suoi guadagni nella città dove vive con la sua famiglia.
E’ stimolato ad innovare e migliorare la sua offerta, acquista beni e servizi da imprese affidabili, si avvale di professionisti seri, da occupazione e paga le tasse nella sua città che consentono a tutti i cittadini di poter usufruire degli ospedali, dei trasporti, dell’istruzione e così via.
Purtroppo la folta schiera di commercianti che aveva donato a Catania l’appellativo Milano del sud è oggi un triste ricordo…
Le più feroci aggressioni vengono dall’innumerevole quantità di Centri Commerciali nati intorno alla città senza criterio né limitazione alcuna. Ipermercati aperti sette giorni su sette che da un lato hanno messo in ginocchio la nostra fiorente economia cittadina e dall’altro portano i guadagli all’estero nelle loro sedi di origine. Altrettanto avviene per il pagamento delle tasse. Da uno studio è emerso un dato sconcertante ogni giovane assunto per qualche mese a poco prezzo corrisponde alla chiusura di 4 negozi in centro.
Al confronto le altre gravissime forme di distruzione dell’economia locale costituite dall’ingerenza della criminalità organizzata, dalla bassissima qualità della vita e dall’incuria dei governanti sembrano i mali minori.
Il piccolo commerciante che alza la sua saracinesca anche nei giorni festivi è costretto a farlo non per avidità di denaro ma per tentare di difendersi. Contemporaneamente, e forse inconsapevolmente, sta tentando di difendere Catania dal collasso economico che la investirà se i cittadini non decideranno di stare al fianco dei commercianti per stimolare le Istituzioni a prendere gli opportuni i provvedimenti.
Menzione speciale per il nostro socio dott. Alberto Lomeo al Premio Ambrosoli
È un riconoscimento a quegli “esempi invisibili” che si sono contraddistinti per la loro integrità e responsabilità nonostante le pressioni del contesto, il premio che questa sera verrà assegnato in memoria di Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore della Banca privata italiana, ucciso l’11 luglio 1979. Sarà assegnato nella sala Grassi del Piccolo teatro di Milano, dalle 18.30 a Renata Fonte, Gaetano Saffioti, Sandro Donati. Inoltre, tre menzioni speciali andranno ad Alberto Lomeo, Enrico Bini e Filippo Simeoni.
Renata Fonte è stata assessore al Comune di Nardò (Lecce) dal 1982 al 1984 quando è stata uccisa per essersi battuta contro le speculazioni edilizie nell’area del parco di Porto Selvaggio, oggi dichiarato Parco naturale regionale. Gaetano Saffioti è un imprenditore calabrese oggi testimone di giustizia dopo le sue denunce contro la ‘Ndrangheta, mentre Sandro Donati è un allenatore di atletica leggera consulente per l’agenzia antidoping mondiale. Tre menzioni speciali andranno poi al primario dell’ospedale Cannizzaro di Catania, Alberto Lomeo, licenziato (e poi reintegrato) per essersi rifiutato di firmare una diagnosi di aneurisma per l’ex governatore siciliano Lombardo; Enrico Bini, presidente della Camera di commercio di Reggio Emilia che aveva denunciato le infiltrazioni mafiose nel tessuto imprenditoriale locale e il ciclista Filippo Simeoni, che ha subito intimidazioni e minacce dopo le sue denunce contro il doping. Il premio, giunto alla quarta edizione, è promosso da Transparency International Italia e dalla famiglia Ambrosoli, è sostenuto da Confcommercio e si svolge sotto l’Alto patronato del presidente della Repubblica, con il patrocinio del Comune e della Camera di commercio di Milano, l’adesione di fondazione Rete imprese Italia e del Piccolo teatro di Milano.
Alla cerimonia di questa sera interverrano Anna Lori Ambrosoli, presidente del premio istituito in memoria del marito, Virginio Carnevali, presidente di Transparency International Italia, e Anna Lapini, componente di giunta incaricata della legalità e sicurezza per Confcommercio – Imprese per l’Italia.
(ANSA, 23 Novembre 2015)
Lotta al racket report e polemiche
I rappresentanti dell’Asaec Libero Grassi polemizzano con i docenti che hanno approntato il report sulla situazione delle estorsioni in città e danno la loro chiave di lettura sul clamoroso calo delle denunce.
Il report della discordia. Potremmo definire in tal modo il lavoro presentato la scorsa settimana, alle Ciminiere, nel corso di un incontro organizzato dal commissario della Provincia di Catania, prefetto Giuseppe Romano. Un report approntato da tre docenti dell’Ateneo cittadino ed avente per titolo «Il fenomeno estorsivo nella provincia di Catania».
Ebbene, risultati e contenuti di tale lavoro non sono stati ritenuti condivisibili da parte della platea, a cominciare dai rappresentanti dell’Associazione antiestorsione di Catania (Asaec), intitolata a Libero Grassi, che hanno inviato una lunga nota, a firma del presidente Giovanni Bonanno, prendendo spunto da quanto riferito e discusso nel corso dell’appuntamento delle Ciminiere.
Il documento che avremmo voluto leggere per esteso al convegno “Il fenomeno estortivo in provincia di Catania” del 28 Marzo 2015
Gentile Prefetto Romano, gentili ospiti,
ringraziando per l’invito sono qui in rappresentanza dell’ASAEC per esternare lo stupore mio e di tutti i nostri associati.
Il report commissionato a Catania per affrontare l’argomento dell’estorsione a Catania dimentica L’Associazione Anti Estorsione di Catania nata nel 1991, molto prima di tutte le altre, subito dopo i fatti di Capo d’Orlando.
Il report di 137 pagine intervista le persone e raccoglie le notizie dal 2000 in poi. E prima?
Prima: dal 1991 al 2000 c’era, non solo a Catania, una unica e sola associazione: l’ASAEC.
Lettera al Prefetto Romano
Gentile Prefetto Romano,
l’ASAEC associazione antiestorsione “Libero Grassi” di Catania, associazione che Lei conosce da quando era Prefetto di Catania, periodo che ricordiamo con piacere poichè ci aiutò a crescere ed affermarci, dandoci il giusto supporto affinché la nostra associazione riuscisse ad essere aiuto concreto contro chi era vessato da estorsori ed usurai, ma anche contro qualsivoglia ingiustizia perpetrata nei confronti dei più deboli.
Cito una frase che Lei scrisse in una nostra pubblicazione: “L’imprenditore, ma anche i cittadini, per onorare se stessi, per tutelare la propria dignità e per salvaguardare la propria libertà, devono rompere con fermezza la cultura del silenzio”