Archivio: Comunicati

L’ESTORSIONE CORRE ANCHE SUL WEB

paga 1000 euro

 

L’ associazione Asaec Antiestorsione Di Catania esprime soddisfazione per l’operazione svolta dalla polizia postale di Catania guidata dal dott. Marcello La Bella. L’hacker/estortore blocca i dati presenti nel proprio sistema informatico e poi ti contatta per chiederti il pizzo affinché venga sbloccato il programma. “Ancora una volta – dichiara il presidente Nicola Grassi – l’operazione di polizia è partita dalla denuncia di un cittadino estorto. La voglia ed il coraggio di ribellarsi sono il presupposto per liberarsi dalla morsa del racket. Non possiamo delegare tutto alle forze dell’ordine e della magistratura, ognuno di noi deve fare la nostra parte.”

 

Progetto per una nuova idea di associazionismo antiracket. Proposte di riforma dell’accesso agli Albo prefettizi ex l. 44/99

 

Alla presenza del Procuratore della Repubblica di Catania Zuccaro, del questore di Catania Gualtieri, del giornalista de”La Repubblica” Attilio Bolzoni, l’ Associazione Asaec Antiestorsione Di Catania, ha organizzato una tavola rotonda dal titolo “Progetto per una nuova idea di associazionismo antiracket – Proposte di riforma dell’accesso agli Albo prefettizi ex l. 44/99″. Un incontro finalizzato all’ esame dei problemi e degli scandali che attraversano l’antiracket e del metodo col quale è possibile ridare credibilità e dignità ad un associazionismo che rappresenta un importante collegamento fra coloro che coraggiosamente decidono di denunciare e le forze dell’ordine e della magistratura. E’ stata l’occasione presentare una proposta di legge che modifichi i criteri di acesso e permanenza delle associazioni antiracket nell’albo prefettizio ex l. 44/99.

 

photo_2017-06-19_11-13-51

 

L’Asaec Antiestorsione Di Catania manifesta piena soddisfazione per l’operazione svolta dalla Direzione Investigativa Antimafia di Catania guidata dal dott. Panvino in relazione al sequestro di un ingente patrimonio nelle disponibilità di Giovanni Pruiti, reggente del clan Santapaola-Ercolano a Cesarò e referente per la zona di Bronte.” L’operazione – dichiara il presidente Nicola Grassi – si colloca nell’ambito del contrasto alla cosìdetta “mafia rurale” che negli ultimi anni ha visto accrescere le proprie potenzialità riuscendo ad intercettare, anche attraverso prestanome, fondi europei e nazionali destinati all’agricoltura. La mafia ha riconosciuto un possibile business da trarre anche dall’agricoltura dei grani antichi ed è per questo che la sua presenza si è rafforzata attraverso infiltrazioni in cooperative e associazioni agricole.”

 

L’Asaec Antiestorsione Di Catania nel manifestare solidarietà all’Azienda Agricola “Profeta” ricorda quanto importante sia diventato il business dei grani antichi in Sicilia.
Abbiamo e stiamo seguendo attentamente le vicende che riguardano questo settore agricolo – continua l’Asaec Antiestorsione Di Catania – ed in particolare di un’importante associazione che raggruppa grossi imprenditori agricoli, denunciando anche all’autorità giudiziaria competente, possibili infiltrazioni di dubbi gruppi di potere all’interno del grande movimento dei grani antichi di Sicilia.

Stiamo perseguendo la strada giusta. Da sempre abbiamo denunciato quanto i contributi a pioggia concessi alle associazioni antimafia ne abbiano corrotto lo spirito ed abbiamo pagato con l’isolamento questa nostra posizione. Ora abbiamo alzato la voce e crediamo che questo abbia dato fastidio anche a certa parte della pubblica amministrazione che col tempo ha abdicato al suo compito di controllore. Ora siamo passati alla proposta concreta attraverso una proposta di legge che restringe le maglie per l’accesso all’Albo prefettizio e quindi alla possibilità di richiedere i contributi. Riteniamo da sempre che l’associazionismo antimafia debba essere volontario e gratuito o comunque ancorato a risultati concreti raggiunti dalle associazioni.

NON LASCIATECI SOLI.

Ci vediamo alla Tavola rotonda del prossimo 16 giugno 2017

logo

 

 

COMUNICATO

In riferimento all’operazione “ The Band “ svolta dalla Procura della Repubblica di Catania di concerto con il comando della Guardia di Finanza e che vede coinvolti quattro intimi familiari della consigliera comunale Erica Marco (che a tutt’oggi non risulta indagata), l’Asaec Antiestorsione di Catania ritiene opportune le dimissioni della consigliera di Articolo 4 al fine di garantire credibilità degli enti pubblici coinvolti.
“ C’è un aspetto di carattere etico che più di altri opera in vicende come queste – dichiara il presidente Nicola Grassi. Il possibile profilarsi di un conflitto di interessi tra l’amministrazione di un ente pubblico – qual’è l’Istituto Musicale Vincenzo Bellini di Catania – che riceve copiosi contributi dal Comune di Catania e l’ente comunale stesso rappresentato dalla consigliera Erica Marco, dovrebbe indurre la stessa a considerare l’opportunità politica ed etica delle dimissioni dall’incarico che ricopre”

Catania, 31 Maggio 2017

 

OPERAZIONE ANTIRACKET NEL SALENTO.

“L’importante operazione di polizia compiuta oggi nel Salento nei confronti di un’associazione antiracket, conferma tutte le nostre accuse che negli anni abbiamo mosso nei confronti di una gestione oscura dei finanziamenti dei Pon sicurezza. Siamo arrabbiati, amareggiati – afferma il presidente Nicola Grassi – per tutto quello che sta accadendo e che noi come Asaec Antiestorsione Di Catania abbiamo denunciato già da anni: l’utilizzo incontrollato dei finanziamenti erogati in base ai Pon sicurezza dall’ Ufficio del Commissario straordinario antiracket istituito presso il ministero dell’Interno. Il danno d’immagine e credibilità è enorme; a fronte di associazioni composte da imprenditori che offrono gratuitamente e volontariamente il loro supporto a quanti decidono di denunciare si contrappone la galassia di associazioni “pon – pon”, quelle dell’apparire, dei premi, del commercio di professionisti, del comprare e del vendere. In definitiva avevamo ragione – conclude il presidente – nel non accedere ai finanziamenti stanziati a livello regionale e nazionale a sostegno delle associazioni antiracket. La nostra antiracket è quella del coraggio, della serietà, della gratuità e volontarietà. In definitiva, ci si chiede quali siano i controlli svolti dalle Prefetture – UTG sulle associazioni iscritte agli albi prefettizi ex art. 13 comma 2 l. 44/99, dell’Ufficio del Commissario straordinario antiracket e della Fai sui suoi sportelli e se non sia meglio eliminare i finanziamenti a pioggia alle associazioni antiracket o comunque ancorarli a risultati concreti”

ANCORA SUI CONTRIBUTI “A PIOGGIA”

In questi giorni assistiamo arrabbiati ed amareggiati ad un attacco all’associazionismo antiracket.
Le accuse, fondate o meno, di questi giorni ad uno dei candidati sindaco, in occasione delle elezioni comunali di Palermo, riportano prepotentemente alla ribalta il tema dei milioni di euro che negli anni sono stati stanziati a favore delle associazioni antiracket.
“Come
Asaec Antiestorsione Di Catania – afferma il presidente Nicola Grassi- abbiamo sempre denunciato, senza risparmiare nessuno, questo fiume di denaro che ha realizzato un economia clientelare, un proliferare di associazioni senza anima e l’abbandono degli ideali antiracket del 1990. La conseguenza lampante è stata che ad un crescendo di associazioni anti estorsione non è mai corrisposto un’ aumento sostanziale di denunce per estorsione.
Abbiamo pagato con l’isolamento questa solitaria battaglia, fuoriuscendo dalla FAI, di cui siamo stati tra i co-fondatori e rifiutando di aderire ai Pon sicurezza ed altri vari contributi.
L’Asaec “Libero Grassi” è composta per il 90% da imprenditori che hanno subito vicende di estorsione. Le oltre 150 costituzioni di parte civile nei processi di estorsione e di mafia sono seguite da legali – rigorosamente esterni all’associazione – che ci assistono, ed i cui compensi sono liquidati da fondi Statali.
Gli unici pochi soldi che abbiamo sono frutto, delle quote di iscrizione, di donazioni e del 5×1000. E nonostante questo continuare a fare tanto volontariamente e gratuitamente.
Stiamo presentando una proposta per modificare i requisiti di accesso e permanenza all’Albo Prefettizio la quale dà anche la possibilità alle associazioni di accedere ai fondi della Regione Sicilia. No ai soldi a perdere alle associazioni.
L’Antiracket DEVE ritornare ad essere libera e gli eventuali contributi devono essere legati ad una concreta e comprovata attività svolta nel e per il territorio che è anche oggetto della nostra proposta.
Non ci stancheremo mai di lottare.”

TUTTO PARTE DALLE DENUNCE DI CHI HA IL CORAGGIO DI RIBELLARSI.

L’Asaec Antiestorsione Di Catania esprime soddisfazione per la maxi operazione antimafia svolta dal comando provinciale dei Carabinieri che ha colpito il gruppo mafioso di Belpasso, vicino al clan Santapaola Ercolano. Tra gli arrestati anche Carmelo Navarria, braccio armato di Nitto Santapaola, scarcerato e rimesso in libertà nel 2014 dopo 26 anni di reclusione per sei omicidi. Non capiamo, tuttavia, come sia possibile che un pluriomicida e pericoloso recidivo sia stato posto in libertà.

SOSTEGNO AL PROCURATORE DI CATANIA DOTT. CARMELO ZUCCARO.

L’Asaec Antiestorsione Di Catania esprime il proprio sostegno al procuratore di Catania dott. Zuccaro in relazione alle indagini sul coinvolgimento di alcune ONG nel traffico di migranti. “Il violento attacco rivolto in questi giorni al procuratore capo di Catania – afferma il presidente Nicola Grassi – manifesta tutta l’ipocrisia di certa politica, certa stampa e di quelle ONG sane che anziché denunciare fanno finta di non sapere e di non vedere. Un po’ come avviene nella galassia dell’associazionismo antiracket – continua il presidente – dove le cosiddette mele marce dovrebbero essere isolate ed espulse perché compromettono il buon lavoro di quelle che costantemente operano virtuosamente sul territorio, così, anche nella galassia delle ONG, non si comprende il motivo per il quale esista un silenzio così assordante proprio da parte di quelle organizzazioni che dichiarano di essere lontani da logiche criminali. Riprendendo un concetto caro a Borsellino e Falcone, è proprio il silenzio ed il volgere lo sguardo ad altro piuttosto che ai fatti illeciti che vengono commessi, a garantire impunità a taluni soggetti. Lo diciamo in maniera chiara ed inequivocabile: chi non denuncia, si macchia di contiguità e complicità con un sistema corrotto e criminale”.