Archivio: Comunicati
COMUNICATO
Oggi una delegazione dell’associazione Asaec Antiestorsione Di Catania guidata dal presidente Nicola Grassi ha incontrato il comandante della compagnia dei Carabinieri di Randazzo.
Un lungo incontro che si è incentrato sulle delicate tematiche del pascolo abusivo, della mafia rurale che insiste nelle zone dell’Etna Nord Ovest e – più in generale – della possibile collaborazione fra associazione e forze dell’ordine per contrastare fenomeni che impediscono una imprenditoria agricola sana e giovanile.
Catania, 6 Aprile 2018
AS.A.E.C. ASSOCIAZIONE ANTIESTORSIONE DI CATANIA
COMUNICATO
Denunciammo subito e condannammo con forza le gravi affermazioni di Riccardo Pellegrino – attuale consigliere comunale – sull’assenza della mafia a Catania.
“Il mercimonio del diritto/dovere di voto e della dignità della persona nel formarsi un libero convincimento politico da esercitare attraverso lo strumento elettorale, afferma l’associazione Asaec Antiestorsione Di Catania - vengono stuprati da persistenti ed inaccettabili metodi di influenza che calpestano ogni democratica convivenza”.
Oggi, l’operazione della Dia di Catania coordinata dalla Procura della Repubblica, evidenzia come, ancora una volta, la magistratura sia arrivata prima della politica che dovrebbe adottare tutte le misure idonee al fine di rifiutare candidature impresentabili.
Catania, 29 marzo 2018
AS.A.E.C. ASSOCIAZIONE ANTIESTORSIONE DI CATANIA
COMUNICATO
“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà”. (Peppino Impastato)
Mercoledì 21, in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, sono stati accompagnati gli alunni di due classi dell’ ITET “Fontana” di Rovereto in un percorso della bellezza, per la legalità.
Alle ore 15:00 appuntamento alla “Porta della Bellezza” raccontata dal creatore di “Fiumara d’Arte” e mecenate Antonio Presti, un esempio di arte che ha trasformato un “Muro” alzato dalle barriere dell’anima, nella monumentale porta d’ingresso del quartiere Librino a Catania. Realizzata da 2000 mamme e 2000 bambini, oggi è simbolo di legalità e dell’impegno degli abitanti di Librino.
La Porta, rispettata e protetta dagli abitanti che si riconoscono in un progetto di bellezza, è diventata identità per il quartiere e riaffermazione di un “diritto alla cittadinanza”.
“La porta è un’agenzia educativa” – afferma Presti – “L’arte non va mai in un luogo a recuperare ma solo a restituire umilmente. Ho sempre avuto un approccio di rispetto verso le famiglie di Librino: non ne faccio persone da recuperare ma uomini da rispettare”.
Il percorso è continuato con il “Giardino di Scidà”, bene confiscato alla mafia.
“Nel giorno in cui molti affolleranno cortei” – dichiara Nicola Grassi presidente dell’Asaec – “noi abbiamo scelto un “corteo” diverso: quello della conoscenza e della bellezza. Dal percorso della legalità al percorso della conoscenza, perché solo così prende forma la coscienza di ciò che può essere e diventare il nostro territorio. Non può esserci legalità senza conoscenza e la “porta della bellezza” a Librino rappresenta un’agenzia di conoscenza, proprio perché attraverso di essa si restituisce dignità al territorio e a chi lo abita, che ne diventa custode e protettore. Questo è il nostro modo per onorare le vittime di mafia, proprio attraverso un percorso di conoscenza che riscopra la Bellezza; trasmettere la bellezza affinché la cultura della corruzione, della furbizia, venga spazzata via, opponendo conoscenza ad ignoranza, cura a superficialità. Così tenteremo di onorare il ricordo delle vittime, al di fuori dei soliti e ridondanti cortei e manifestazioni, più adatti a passerelle che ad un concretezza dell’azione”.
CATANIA, 22 MARZO 2018
AS.A.E.C. ASSOCIAZIONE ANTIESTORSIONE DI CATANIA
COMUNICATO
“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà“. (Peppino Impastato)
Mercoledì 21, in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, accompagneremo gli alunni di due classi dell’ ITET “Fontana” di Rovereto in un percorso della bellezza, per la legalità.
Alle ore 15:00 mostreremo ai ragazzi la “Porta della Bellezza” guidati dal mecenate Antonio Presti, poi il “Giardino di Scidà”, bene confiscato alla mafia.
Nel giorno in cui molti affolleranno cortei – dichiara Nicola Grassi presidente dell’Asaec – noi abbiamo scelto un “corteo” diverso: quello della conoscenza e della bellezza. Dal percorso della legalità al percorso della conoscenza, perché solo così prende forma la coscienza di ciò che può essere e diventare il nostro territorio. Non può esserci legalità senza conoscenza e la “porta della bellezza” a Librino rappresenta un’agenzia di conoscenza, proprio perché attraverso di essa si restituisce dignità al territorio e a chi lo abita, che ne diventa custode e protettore.
Questo è il nostro modo per onorare le vittime di mafia, proprio attraverso un percorso di conoscenza che riscopra la Bellezza; trasmettere la bellezza affinché la cultura della corruzione, della furbizia, venga spazzata via, opponendo conoscenza ad ignoranza, cura a superficialità. Così tenteremo di onorare il ricordo delle vittime, al di fuori dei soliti e ridondanti cortei e manifestazioni, più adatti a passerelle che ad un concretezza dell’azione.
CATANIA, 20 MARZO 2018
AS.A.E.C. ASSOCIAZIONE ANTIESTORSIONE DI CATANIA
COMUNICATO
L’Associazione Antiestorsione di Catania nell’esprimere soddisfazione per l’arresto di otto affiliati al clan mafioso Santapaola/Ercolano che operavano estorsione ai danni di farmacie nell’hinterland catanese, manifesta forte preoccupazione per un fenomeno che è tutt’altro che estinto e che viene costantemente sottovalutato. Se da un lato tre imprenditori sono stati “liberati” dalla morsa prepotente dell’estorsione, grazie alle investigazioni dei militari dell’Arma dei Carabinieri, emerge chiaramente come gli stessi imprenditori hanno subito l’estorsione per 10 lunghi anni senza mai denunciare e solo successivamente – a fronte di evidenze investigative – hanno ammesso di essere vittime di estorsioni.
L’intera vicenda presenta certamente aspetti positivi, quali la prontezza delle forze dell’ordine nell’impedire il perpetrarsi dell’oppressione estorsiva, ma anche negativi, poiché la totale mancanza di ribellione da parte degli imprenditori rispetto alla prepotenza mafiosa, rappresenta una sconfitta per il movimento dell’associazionismo antiracket.
“Qualcosa non funziona o non ha funzionato – dichiara il presidente della As.a.e.c. Nicola Grassi – e lo diciamo chiaramente e senza mezzi termini; negli ultimi vent’anni a fronte di un proliferare dell’associazionismo antiracket e di un fiume di denaro pubblico elargito attraverso i vari PON sicurezza, i commercianti non denunciano e questo deve indurre ad una profonda riflessione tutto il movimento Antimafia. Bisogna ripensare ad un modello per combattere il sistema consociativo corruttivo che sempre più pervade la vita pubblica ed imprenditoriale del nostro paese. Stiamo provando ad invertire la rotta, promuovendo un movimento antimafia che ritorni al passato, di strada, volontario e gratuito, contrapposto ad un associazionismo retorico, ubbidiente al potere che ha abdicato al suo ruolo di denuncia.
E’ necessario far conoscere agli operatori economici, imprenditori, commercianti ed artigiani che lo Stato mette loro a disposizioni strumenti efficaci per combattere l’estorsione e l’usura. Esistono fondi che possono ristorare anche dai danni economici subiti a seguito dell’estorsione. Noi proseguiamo per questa strada.”
Rivolgiamo – conclude l’associazione As.a.e.c. – un plauso all’instancabile azione giudiziaria perseguita dalla Procura Distrettuale Antimafia
di Catania diretta dal procuratore Carmelo Zuccaro nonché alla professionalità dell’Arma dei Carabinieri di Catania per aver fatto luce su l’ennesimo grave episodio di estorsione.
CATANIA, 19 MARZO 2018
AS.A.E.C. ASSOCIAZIONE ANTIESTORSIONE DI CATANIA
COMUNICATO
L’operazione “Garbage affair” sulla raccolta e la gestione dei rifiuti a Catania, evidenzia un perverso e sistematico intreccio politico affaristico tra pubblici funzionari e imprenditori che ha avuto come obiettivo il consolidamento di privatistici interessi economici-finanziari attraverso meccanismi di tipo corruttivi – collusivi a scapito del corretto funzionamento dell’amministrazione pubblica ed a danno dell’interesse pubblico. Diverse le analogie riscontrate con la precedente inchiesta Gorgòne dello scorso novembre 2017, tra le quali, l’arroganza senza scrupoli di dirigenti pubblici che hanno sperperato risorse pubbliche ed il disprezzo verso il corretto svolgimento di un servizio fondamentale per la collettività.
L’Associazione Antiestorsione di Catania si congratula con la Procura della Repubblica e con la DIA di Catania per aver fatto luce su l’ennesimo grave episodio di corruzione. Ricordiamo sempre e condividiamo le forti e dirompenti parole pronunciate dal Procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, il quale, rivolgendo un appello a tutti gli amministratori che non sono collusi, ha recentemente affermato: “Non siate conniventi, cercate di essere più attenti nel controllo di legalità del vostro territorio”.
CATANIA, 17 MARZO 2018
AS.A.E.C. ASSOCIAZIONE ANTIESTORSIONE DI CATANIA
COMUNICATO
Gentile Onorevole Alfio Papale, chi le scrive è l’associazione antiestorsione di Catania, nata 26 anni, fa all’indomani dell’uccisione del imprenditore Libero Grassi brutalmente assassinato dalla mafia nel 1991.
Siamo un gruppo di imprenditori, commercianti ed artigiani e liberi professionisti che hanno deciso di ribellarsi al condizionamento mafioso perpetrato attraverso la morsa dell’estorsione e dell’usura.
Siamo cittadini che silenziosamente, volontariamente e gratuitamente prestano la loro vicinanza a tutti coloro che decidono di intraprendere il medesimo percorso di liberazione dall’oppressione mafiosa, attraverso l’accompagnamento ai processi e l’organizzazione di tante attività finalizzate alla sensibilizzazione verso il fenomeno mafioso.
Siamo persone che con il loro lavoro cercano di ridare dignità ad una terra troppo spesso denigrata e condannata all’immobilismo.
Siamo Uomini e Donne che sviluppano finalmente economia sana perché non alimentano sistemi consociativi mafiosi.
Siamo imprenditori, commercianti ed artigiani i quali, prima di trovare il coraggio e la forza di spezzare le catene della prepotente oppressione mafiosa, sono stati condizionati nelle loro scelte imprenditoriali e commerciali, proprio da quella “mafia” che Lei dichiara essere una “scusa” per il volano della nostra amata terra.
Caro onorevole Alfio Papale la mafia NON è una scusa.
La mafia esiste e si evolve continuamente intervenendo nelle dinamiche economiche locali e nazionali.
La mafia veicola ricchezza pro domo sua, attraverso metodologie volte a prediligere affari che spesso vengono realizzati attraverso meccanismi collusivi e corruttivi .
Meccanismi di corruzione che non si realizzano più attraverso l’intimidazione ma, piuttosto, attraverso accordi basati sulla reciproca convenienza politica-mafiosa.
Una conferma, in questo senso, viene dalle risultanze investigative che evidenziano indebita percezione di indennità disoccupazione agricola, ingerenze mafiose nel comparto agricolo attraverso reiterate vessazioni nei confronti di proprietari terrieri e conduttori di fondo finalizzate allo spostamento di patrimoni immobiliari e rurali per assicurarsi anche le sovvenzioni pubbliche connesse al mantenimento delle culture e pesanti infiltrazioni nel condizionamento dell’affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti.
Tra i settori ad alto rischio di corruzione mafiosa le segnaliamo, tra gli altri, quello dei trasporti marittimi destinatario di ingenti finanziamenti pubblici anche comunitari; ed infine, l’attività estorsiva perpetrata ai danni di gli imprenditori commercianti artigiani e liberi professionisti, non mostra alcuna flessione garantendo una forte liquidità finanziaria ed un deciso controllo del territorio.
No, gentile onorevole Alfio Papale, deputato e segretario dell’Assemblea Regionale Siciliana, la mafia non è una scusa; la mafia e la sua predisposizione ad alimentare compromessi morali, indifferenza, contiguità e complicità, non è una scusa, ma è il primo problema da combattere in questa terra di Sicilia.
Dott. Nicola Grassi Presidente AS.A.E.C.
Associazione Antiestorsione di Catania
http://catania.livesicilia.it/2018/03/06/papale-la-parola-mafia-inventata-in-alta-italia_451761/
COMUNICATO
Il 15 febbraio u.s. siamo intervenuti al convegno dal titolo “Il riscatto delle coscienze” organizzato dall’Asaes Antiestorsione Scordia presso l’aula consiliare del comune di Scordia, che sarebbe dovuto servire a sensibilizzare, scuotere la coscienza collettiva rispetto ad una situazione di sottomissione e di compressione che, da tempo, chiede riscatto.
Ma rispetto a cosa?
Rispetto a quel compromesso morale di cui parlava Paolo Borsellino nell’ultima lettera indirizzata al fraterno amico Giovanni Falcone il 20 Giugno 1992, che rappresenta l’anticamera dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità, rispetto ad una mentalità mafiosa che pervade la nostra cultura.
Le dichiarazioni del sindaco di Scordia Franco Barchitta nell’ultimo Consiglio Comunale lasciano esterrefatti, non tanto e non solo per le modalità attraverso le quali si è voluto stigmatizzare il personale concetto di legalità e di antimafia – parole spesso abusate e prive di alcun contenuto – ma soprattutto rispetto all’attacco verbale diretto contro il giornalista Paolo Borrometi il quale, in occasione del convegno ha preso una posizione chiara e precisa proprio contro un sistema clientelare – sempre più diffuso – di accordi che non vengono più conclusi con l’intimidazione bensì attraverso un patto mediante il quale ciascuno dei partecipanti trae una propria convenienza.
Come associazione Asaec Antiestorsione Di Catania abbiamo più volte ribadito la nostra idea: è necessario prendere una posizione netta, decisa, semplice, il più delle volte, coraggiosa, ma che serve ad abbattere quel muro del compromesso morale che alimenta il clima di oppressione che caratterizza il sistema di corruzione mafiosa.
Noi stiamo con #paoloborrometi e con tutti coloro che decidono di non voltare lo sguardo e di denunciare.
Incontro su “La corruzione nella pubblica amministrazione: il caso Siracusa”.
Appena conclusosi l’incontro su “La corruzione nella pubblica amministrazione: il caso Siracusa”.
È stata l’occasione per confrontarsi su un tema di scottante attualità: il modello collusivo corruttivo quale strumento attraverso il quale gli accordi affaristici vengono conclusi non più attraverso l’intimidazione ma con un patto in cui ciascuno trae la propria convenienza.
Un sentito ringraziamento è dovuto ai giornalisti de “La Civetta di Minerva” che per primi hanno sollevato il verminaio consociativo siracusano ed alla dottoressa Marisa Acagnino che con lucidità ha tracciato ruoli e responsabilità dei magistrati in questa vicenda.
Ancora una volta, è emerso come il silenzio di molti, abbia consolidato un sistema che si alimentava del compromesso morale e della indifferenza.
Come Associazione Asaec Antiestorsione di Catania continueremo ad assolvere al nostro compito di denuncia.
Grazie a tutti coloro che sono intervenuti.
Il riscatto delle coscienze
“Il riscatto delle coscienze” questo il titolo del dibattito organizzato dagli amici dell’ Asaes Antiestorsione Scordia per contribuire ad abbattere il muro del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità alla cultura mafiosa ed al sistema mafioso. Abbiamo incentrato il nostro contributo sul ruolo di denuncia che devono ritornare ad avere le associazioni antiracket. Diffondere, coinvolgere gli imprenditori a denunciare, sapendo di non essere soli.