ASAEC: «CATANIA SECONDA CITTA’ MAFIOSA, ORA SERVE UNO SCATTO D’ORGOGLIO»
L’appello dell’associazione antiestorsione a seguito della pubblicazione dei dati Eurispes
CATANIA – L’ultimo rapporto Eurispes vede Catania al secondo posto – solo dopo Napoli – per reati commessi dalla criminalità organizzata, con un indice di penetrazione mafiosa del 52,4%: «Questa posizione non ci stupisce affatto – commentano i soci dell’Asaec, Associazione antiestorsione “Libero Grassi” di Catania – da anni denunciamo il pericolo delle infiltrazioni mafiose nell’economia legale della città e il rischio dell’intrusione sempre più massiccia di denaro sporco in attività cosiddette pulite. Dunque, se da un lato apprezziamo la chiara e netta posizione assunta dal Presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo – che ha chiesto in Commissione antimafia la restituzione dei beni confiscati ai siciliani – dall’altro, auspichiamo che questa dichiarazione d’intenti si traduca al più presto in fatti concreti, al fine di evitare ulteriori attentati alla sopravvivenza di questa città».
«Oscuri gruppi di potere con i loro trasparenti ma lunghissimi tentacoli – continuano gli associati – hanno dilaniato la città e stanno preparandosi a darle il colpo di grazia per quel poco che resta ancora da divorare. Tutto succede sotto gli occhi disattenti della folla che, noncurante della realtà, non si accorge della via crucis, delle sevizie, delle violenze, dei maltrattamenti perpetrati ai danni di quella casa comune che è “Catania” per noi catanesi. E mentre l’ex ministro Giovanni Maria Flick viene a parlarci di valori come la dignità della persona umana sancita dalla nostra Costituzione, ci domandiamo come faremo a riconquistare la nostra dignità di catanesi. Malgrado il termometro del malessere salga a dismisura, non riusciamo a identificare i colpevoli, non tanto per far loro pagare le colpe, ma per evitare che possano continuare a reiterare il danno. Ci domandiamo come mai coloro che gestiscono il potere non si rendono conto di quanto, questo degrado, stia contagiando anche le loro famiglie. Auspichiamo maggiore visibilità degli enti preposti alla gestione del bene pubblico, totale trasparenza delle risorse economiche e degli investimenti. Ogni giorno constatiamo il degrado della città col suo centro storico invivibile e le periferie abbandonate a se stesse – continuano i soci Asaec – questo stato dei fatti non può che alimentare una diffusa criminalità e legittimare comportamenti esecrabili sia sul piano legale che su quello umano. L’Asaec auspica uno scatto di orgoglio dei catanesi affinché riescano a ritrovare l’unità perduta nel condividere gli obiettivi tesi unicamente alla ripresa economica, sociale e culturale».
3 febbraio 2010