Aperture festive: avidità o autodifesa?
Sulla pagina di ”Lo dico alla Sicilia” del 24 Dicembre scorso una persona ha scritto senza firmarsi una lettera stupida. Riteniamo tuttavia che una riflessione ed una risposta debbano essere date perché l’idea dei “mercanti ladroni cacciati dal tempio” è uno stereotipo che ogni tanto riaffiora malgrado le schiaccianti evidenze.
L’avidità dei commercianti che aprono anche per Santo Stefano è un ennesimo schiaffo nei confronti di quella ormai sparuta categoria di commercianti i quali ancora resistito con dignità e tenacia nello strenuo tentativo di salvare la loro attività economica.
L’impresa familiare dal dopoguerra costituisce la spina dorsale del sistema economico italiano perché è fondata sul rapporto di stima e fiducia reciproco tra commerciante ed acquirente.
Il commerciante ha il compito di interpretare ed esaudire le richieste dei suoi clienti che rispetta e serve con attenzione certosina, consapevole che la sua vera ricchezza sia costituita dal suo parco clienti.
Per garantirsi la fiducia della clientela è inoltre attento a mantenere il giusto equilibrio tra qualità e prezzo.
Il commerciante è un moltiplicatore di ricchezza reale poiché spende i suoi guadagni nella città dove vive con la sua famiglia.
E’ stimolato ad innovare e migliorare la sua offerta, acquista beni e servizi da imprese affidabili, si avvale di professionisti seri, da occupazione e paga le tasse nella sua città che consentono a tutti i cittadini di poter usufruire degli ospedali, dei trasporti, dell’istruzione e così via.
Purtroppo la folta schiera di commercianti che aveva donato a Catania l’appellativo Milano del sud è oggi un triste ricordo…
Le più feroci aggressioni vengono dall’innumerevole quantità di Centri Commerciali nati intorno alla città senza criterio né limitazione alcuna. Ipermercati aperti sette giorni su sette che da un lato hanno messo in ginocchio la nostra fiorente economia cittadina e dall’altro portano i guadagli all’estero nelle loro sedi di origine. Altrettanto avviene per il pagamento delle tasse. Da uno studio è emerso un dato sconcertante ogni giovane assunto per qualche mese a poco prezzo corrisponde alla chiusura di 4 negozi in centro.
Al confronto le altre gravissime forme di distruzione dell’economia locale costituite dall’ingerenza della criminalità organizzata, dalla bassissima qualità della vita e dall’incuria dei governanti sembrano i mali minori.
Il piccolo commerciante che alza la sua saracinesca anche nei giorni festivi è costretto a farlo non per avidità di denaro ma per tentare di difendersi. Contemporaneamente, e forse inconsapevolmente, sta tentando di difendere Catania dal collasso economico che la investirà se i cittadini non decideranno di stare al fianco dei commercianti per stimolare le Istituzioni a prendere gli opportuni i provvedimenti.