Come sono stati spesi i soldi dei finanziamenti?
Trascorsi ormai parecchi anni dalla distribuzione di finanziamenti milionari alle associazioni antimafia, l’ASAEC chiede di verificarne i risultati ponendo alcune domande.
Come sono stati spesi i finanziamenti comunitari elargiti alle associazioni con il PON sicurezza ?
Prima di stanziare e avallare nuovi finanziamenti è corretto verificare i risultati precedenti?
Perché le associazioni antimafia devono essere inondate da finanziamenti pubblici?
Quali spese devono sostenere per promuovere la cultura della legalità?
Le associazioni devono essere costituite da volontari o da mercenari?
Può essere affidabile e credibile un commerciante che si fa pagare dallo Stato per aiutare gli altri commercianti a denunciare?
A fronte della indiscriminata nascita di associazioni antiestorsione c’è stato un significativo incremento nelle denunce? I dati in possesso delle Prefetture mostrano il contrario. E la DIA denuncia una preoccupante recrudescenza delle intimidazioni e una speculare acquiescenza dei commercianti.
Tutto questo è ancora più preoccupante se si confrontano questi dati con la relazione del Presidente della Corte d’Appello di Catania che all’inaugurazione dell’anno giudiziario il 30 Gennaio scorso, ha denunciato di avere le armi spuntate contro gli interessi criminali per l’annosa e crescente carenza di persone e mezzi.
Infine se il compito delle associazioni antimafia è di promuovere e diffondere la cultura della legalità nella società perché la corruzione dopo 25 anni di impegno antimafia invece di diminuire è aumentata in maniera esponenziale? Vuol dire che qualcosa non ha funzionato.
Quanti accordi sono stati formulati dalle associazioni antimafia con il Governo per migliorare le leggi inique, per aggiornare le leggi obsolete, per rafforzare le Forze dell’Ordine e la Magistratura.
E’ verosimile che il capillare radicamento dei legami criminali possa essere scalfito dalle carovane, dalle passeggiate, dalla pubblicazione di libri, dagli incontri con i rappresentati delle Istituzioni?
O forse le sporadiche chiacchierate con gli studenti nelle scuole, a cura di persone non sempre consapevoli e capaci, sono riuscite a formare le coscienze dei giovani? L’inefficacia è confermata dal tempo, dopo 25 anni quegli studenti sono ormai la classe dirigente del nostro paese ma i dati della corruzione non sono mai stati così alti.
Per quanto riguarda la legge 44/99 a fronte degli ingenti fondi erogati dallo Stato, dal 2000 ad oggi, alle vittime di estorsione e di usura quali sono stati i risultati in termini di reale incremento dell’economia legale? Quanti esercizi commerciali sono ancora in vita e quanti ne sono falliti?
Perché si è varata la nuova legge 3 che nei fatti demotiva la denuncia? Perché nessun rappresentante dell’antimafia nazionale ha reagito ufficialmente a questa grossolana frenata del Governo? Tanti soldi possono offuscare le menti.
Esistono ricerche che abbiano individuato le falle nel meccanismo dell’elargizione dei fondi quali per esempio la reale affidabilità delle denunce, la credibilità delle vittime, i tempi e i criteri di distribuzione del denaro pubblico?
Negli ultimi tempi qualcuno si è occupato di esaminare i nomi dei singoli associati delle svariate associazioni antimafia per valutarne le qualità indispensabili ovvero serietà, onestà e altruismo e credibilità?
Del resto vediamo che molti rappresentanti delle Istituzioni ritirano premi e attestati di legalità con leggerezza senza chiedersi da quali pulpiti arrivano certe benemerenze.
Ormai sempre più spesso scopriamo personaggi discutibili e inquietanti accompagnarsi ad ignari e onesti quanto superficiali rappresentanti del volontariato antimafia.
Uno degli effetti pericolosi di questo lassismo è per esempio il fatto che le istituzioni fanno di tutta l’erba un fascio. Mentre ottengono il consenso proprio coloro che non lo meritano la credibilità dell’associazionismo decresce non soltanto agli occhi degli imprenditori onesti ma anche delle Forze dell’Ordine e della Magistratura.
Anche la costituzione delle parti civili è inflazionata da nugoli di associazioni che si affollano nei tribunali togliendo autorevolezza ad uno dei cardini della resistenza alla mafia.
E che dire dello spreco di scorte a chi non ne avrebbe alcun bisogno mentre gli imprenditori di Adrano pensano di difendere le loro attività organizzandosi persino con le ronde.
Inoltre qualcuno si è chiesto come mai un’associazione di categoria come la Confindustria che dovrebbe prima di tutto pretendere dai sui associati il rispetto delle regole abbia richiesto ed ottenuto a Caltanissetta finanziamenti milionari per la promozione della legalità. Quali e quanti imprenditori sono stati allontanati in virtù di questi sani principi?
Interessi personali, visibilità, avidità e smania di potere hanno aperto la strada all’insinuarsi di interessi mafiosi che hanno destabilizzato dall’interno quel movimento antimafia dei primi anni ’90 che avrebbe potuto riscattare il meridione.
Nel chiedere con forza che si indaghi a tutto tondo all’interno dello sfocato e indistinto mondo dell’antimafia per scongiurare la reiterazione di ennesimi errori e abusi, l’ASAEC ribadisce con forza che venga eliminata ogni forma di finanziamento pubblico alle associazioni antimafia e lo Stato si decida a destinare tali somme al rafforzamento delle uniche istituzioni preposte alla reale repressione della mafia le Forze dell’Ordine e la Magistratura, dotandole di mezzi e incentivi tali da riuscire ad invertire la rotta.