ASAEC: «RIELA GROUP, L’ILLEGALITÁ FANTASMA»
ASAEC: «RIELA GROUP, L’ILLEGALITÁ FANTASMA»
La denuncia dell’Associazione antiestorsione catanese “Libero Grassi”: «Il pizzo cambia pelle»
In merito alla vicenda “Riela Group” – l’azienda di Piano Tavola che ha subito una confisca, registrando un forte calo del fatturato e rischiando la chiusura – interviene l’Asaec (Associazione antiestorsione catanese “Libero Grassi”): «Dopo aver appreso la notizia dagli organi di stampa – si legge nella nota sottoscritta da tutti i soci – ci chiediamo: che fine hanno fatto le 200 maestranze che lavoravano per il gruppo e tutto il parco dei Tir? E ancora, com’è possibile che i maggiori gruppi imprenditoriali del Nord abbiano improvvisamente revocato ogni commessa? In realtà nulla è così incomprensibile: inseguendo il flusso dei lavoratori già transitati ad altra azienda e il contemporaneo sorgere di imprese dello stesso settore, verificando a chi sono andati a finire i nuovi ordinativi e le commesse, ecco che si trovano le risposte».
Da anni l’Asaec denuncia i legami delle organizzazioni mafiose con l’economia “pulita”, nel tentativo di interrompere i rapporti collusivi: «È del tutto inutile lo sforzo degli investigatori e della magistratura se poi le aziende confiscate risorgono sotto altro nome societario. In questo contesto, inoltre, non sembrano estranei i grossi gruppi industriali, che in nome del profitto non si fanno scrupoli nell’affidarsi a imprese che così limpide non sono. In questa nuova logica il racket cambia pelle: non più atti intimidatori protesi a distruggere le aziende, ma controllo e acquisizioni delle imprese, attraverso l’imposizione di mezzi e servizi. L’Asaec – conclude la lettera firmata dall’Associazione che verrà inviata alla prefettura di Catania – ritiene che per spezzare questo rapporto collusivo l’impegno è di tutti e deve chiamare in causa ciascun catanese, per primi quegli operatori economici che hanno l’obbligo etico di eliminare dal proprio portafoglio tutte quelle imprese che sono espressione di guadagni illeciti»
Catania 7 aprile 2009